Nel giorno della Festa della Liberazione dell’Italia dal Fascimo, invito a liberare i nostri cervelli dai preconcetti ovvero (cito dal dizionario Treccani) “convincimenti, idee, opinioni privi di giustificazioni razionali o non suffragati da conoscenze ed esperienze dirette”.

Ma in che modo?
Attraverso la verifica, l’analisi, il controllo, l’esibizione di prove.

Credenze e verità

I preconcetti, o pregiudizi, gli antichi greci solevano chiamarli credenze (δόξα, doxa = “opinione, credenza”).
Sono conoscenze formulate in modo non razionale, senza cioè possedere gli elementi necessari a dimostrarne la fondatezza e a provarne la verità.

La storia insegna che persone che hanno affidato ad altri o ad altro la loro capacità di giudizio, senza cercare prove a favore delle loro credenze, opinioni o pregiudizi (qualcuno direbbe “persone che si sono bevute il cervello”) alla fine hanno commesso errori enormi. Un esempio? Razzismo e guerre di religione.

Perché questo trip su credenze e verità?

Un divulgatore e il suo video “Science in America”

Il 19 aprile, Neil Tyson, astrofisico e divulgatore della scienza, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un video dal titolo “Science in America.

Laurea in fisica ad Harvard, dottorato in astrofisica alla Columbia, Neil deGrasse Tyson è, tra le altre, direttore dell’Hayden Planetarium del Rose Center for Earth and Space di New York.

Nel suo video, commenta quella che gli appare la tendenza del XXI secolo nei confronti della scienza: le persone sembrano aver perduto la loro capacità di giudicare cos’è vero e cosa non lo è.

“People have lost the ability to judge what is true and what is not”

Tyson spiega quindi l’importanza del metodo scientifico e senza mezzi termini afferma che la negazione della scienza è la causa principale della distruzione della democrazia.

“When you have people who don’t know much about science and stand in denial of science and rise to power, that is a recipe for the dismantling of our informed democracy”

(Quando ci sono persone che non hanno dimestichezza con la scienza e la rifiutano e salgono al potere, ebbene questa diventa la ricetta per il completo smantellamento della nostra democrazia.)

Guardo il filmato e ascolto con attenzione le sue parole.
Tra gli esempi del suo popolarissimo video (ha avuto 25 milioni di visualizzazioni in pochissimi giorni e oltre 300 mila “Mi piace” tra cui quello di Mark Zuckerberg), Tyson inserisce una clip che riporta un intervento dell’attuale vice presidente americano Michael “Mike” Richard Pence:

“Let us demand that educators around America teach evolution not as fact, but as theory.”

(Chiediamo che gli educatori in tutta l’America insegnino l’evoluzione non come fatto, ma come teoria.)

Obiettivi e contesti sono importanti

Per la mia formazione, le mie sensibilità, le mie esperienze non posso che esser d’accordo con Tyson.
Eppure da copy, ed ex filosofa (!), col pallino per le scienze sento di dover controllare. Faccio un giro in rete.

Che intende dire Mike Pence e in che ambito?

Scopro che l’affermazione di Pence risale al luglio 2002, quand’egli era membro del congresso degli Stati Uniti.
Nei 4,39 minuti di intervento (una specie di “question time” simile a quelle che si fanno anche nel nostro Parlamento in cui i ministri danno risposte immediate alle interrogazioni dei parlamentari), Pence spingeva affinché anche la teoria della Creazione narrata dalla Bibbia venisse inserita tra le teorie oggetto di insegnamento nelle scuole, accanto alla teoria dell’evoluzione di Darwin, e infine esortava gli educatori americani a insegnare l’evoluzione non come un fatto, ma come una teoria.

Pence sostiene che, poiché alcuni scienziati affermano che la teoria dell’evoluzione di Darwin non avverrebbe in modo lineare (come invece pensava Darwin), ciò significa che questa teoria, insegnata per 77 anni nelle scuole americane come un fatto, dovrà essere rimpiazzata da questa nuova teoria che, a sua volta, verrà definita daccapo “un nuovo fatto”.

“Ma la verità è che [quella di Darwin, ndr] è sempre stata una teoria. Ora che abbiamo visto che la teoria è solo una teoria possiamo insegnarla come tale? E quindi possiamo insegnare anche altre teorie sull’origine della specie? Come [del resto] la teoria creduta da tutti coloro che firmarono la dichiarazione di indipendenza.
Ognuno di loro credeva che uomini e donne sono stati creati e dotati da quel creatore di diritti inalienabili. “

La teoria del disegno intelligente

Quindi Pence prosegue dicendo:

“I believe that God created the known universe, the Earth and everything in it, including man. And I also believe that someday scientists will come to see that only the theory of intelligent design provides even a remotely rationale explanation for the known universe.”

(Io credo che Dio abbia creato l’universo, La Terra e ogni cosa è in essa, incluso l’uomo. E credo anche che un giorno gli scienziati arriveranno a riconoscere che solo la teoria del Disegno Intelligente [noto anche come Creazionismo scientifico, ndr] fornisce una spiegazione razionale dell’universo.)

Insegnare l’evoluzione non come fatto, ma come teoria

Pence continua dicendo:

“But until that day comes, and I have no fear of science, I believe that the more we study the science, the more the truth of faith will become apparent. I would just humbly ask as new theories of evolution find their ways into the newspapers and into the textbooks, let us demand that educators around America teach evolution not as fact, but as theory, and an interesting theory to boot.”

(Ma fino a quel giorno, e non ho paura della scienza, credo che più studiamo la scienza, più la verità di fede diverrà chiara. Vorrei chiedere umilmente che, come le nuove teorie dell’evoluzione trovano i loro sensi nei quotidiani e nei libri di testo, [anche, ndr] gli educatori in tutta l’America insegnino l’evoluzione non come fatto, ma come teoria.)

Le teorie del non conoscibile

Infine Pence conclude:

“But let us also bring into the minds of all of our children all of the theories about the unknowable that some bright day in the future through science and perhaps through faith we will find the truth from whence we come.”

(Ma portiamo anche nelle menti dei nostri figli tutte le teorie sul non conoscibile che qualche giorno luminoso del futuro, attraverso la scienza e forse attraverso la fede troveremo la verità riguardo alla domanda “da dove veniamo”.)

Le caratteristiche della scienza

Afferma Tyson che

“Una delle caratteristiche della scienza è quella di essere un esercizio costante di ricerca della verità”

e non di credenze.

Hai delle ipotesi? Le testi.
Hai un risultato? Lo controlli, perché un tuo collega potrebbe ipotizzare che il tuo risultato sia sbagliato. E magari alla fine potrebbe trovare un esempio, un esperimento, una prova che, pur confermando il tuo risultato, funziona meglio.
Questo è il metodo scientifico.

In tutto questo movimento di ipotesi, assunzioni, controlli, dimostrazioni, confutazioni, conferme, ciò che conta è l’emergere di qualcosa di nuovo: nuove verità che sono il frutto di collaborazione tra menti aperte e disposte al dialogo e alla discussione.
Questa è scienza.

Ma questo movimento lo si può fare se siamo liberi da preconcetti, che molti, invece, scambiano per verità.

Gli “I believe” di Pence, ripetuti a iosa, senza mai una spiegazione del perché dovrei accettare la sua teoria, peraltro mai dimostrata, mi convincono poco.
E il suo gettarmi fumo negli occhi, confondendo “teoria” e “fatti”, mi lascia perplessa.

Pence, inoltre, parte dall’assunto che la verità è una sola e dimentica di dire che la sua teoria non ha nessun fatto che la dimostri.
Nemmeno le prove dell’esistenza di Dio sono dimostrazioni che esibiscono prove, testimoni, perché spesso si tratta di dimostrazioni per assurdo, in cui si assume la negazione di ciò che si vuol dimostrare che, a ben guardare, è essa stessa un’assurdità.

E quindi?

Verificare i fatti per scansare le bufale

Dopo aver analizzato la posizione di Pence e quella di Tyson, mi sento più libera di scegliere tra i due punti di vista e di confermare che, per quanto Tyson non mi stia particolarmente simpatico (non apprezza particolarmente i filosofi!), certamente la sua è la posizione che più mi convince.

Cosa ho fatto per “farmi un’idea” e giungere alle mie conclusioni?
Ho verificato

Ho utilizzato il metodo della verifica dei fatti che molto ha in comune col metodo scientifico: ne rappresenta un sottoinsieme.

Nel giornalismo la verifica dei fatti è verifica delle fonti, ovvero l’esibizione di prove che rendono certe le affermazioni e gli avvenimenti citati in un articolo, in un’intervista o in un qualsiasi altro testo reso pubblico.

In questo periodo le bufale sono tantissime e si tende a non controllare le notizie.

Perché è importante difendersi dalle bufale?

Perché cercare di apprendere in modo corretto ciò che ci passa sotto il naso è importantissimo per salvaguardare la nostra libertà di giudizio e la nostra reputazione.

Chiedersi se quel che ho di fronte è un fatto oppure no, significa rispettare la nostra intelligenza e la nostra capacità di giudizio.
Ma per preservare la nostra capacità di giudizio è indispensabile proteggere la nostra libertà.

“Riconoscere cos’è la scienza e permetterle di essere ciò che può e dovrebbe essere per la nostra civiltà, è nelle nostre mani.”

conclude Tyson.
Se esercitiamo la nostra libertà di giudizio lo sarà davvero.

Ecco perché nel giorno della Liberazione dell’Italia, festa di persone liberate e (più o meno) libere, credo sia importante sottolineare la necessità di esercitare la nostra libertà. Contro ogni pregiudizio e preconcetto.

Silvia Pittarello

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