Dodici salme, coperte da un lenzuolo bianco, ben allineate e ormai silenziose urlano il loro esserci a dispetto di tutto e di tutti.
Questa l’immagine evocata dall’installazione “Cosa ne pensate dei migranti?” di Andrea Cavallaro che stamane ha spiazzato pendolari e viandanti, alla stazione di Padova.
Un silenzio innaturale avvolge il piazzale antistante la stazione di Padova. Teli bianchi stesi a terra abbagliano già alla luce del primo sole del mattino. Coprono sagome che scopri tristemente famigliari. È questa l’immagine che ti coglie di sorpresa salendo o scendendo dal treno nella città del Santo.
Un’immagine semplice, diretta, immediatamente disarmante. Un’immagine che ti stringe lo stomaco e soffoca parole.
Ai piedi delle dodici salme, spieghe raccontano un’altra storia, che rende quella visione un terrificante ossimoro. Perché è mostruoso, contraddittorio, innaturale l’accostamento, fatto da Andrea Cavallaro, in arte Dodicianni, l’autore di questa installazione, di quelle parole a quelle anime morte che mimano le povere salme dei migranti, naufraghi senza volto e senza colpa.
“No, non li sopporto, abbi pazienza”.
“Per me possono anche annegare”.
“Son razzista in questo, ma non perché son cattiva, eh”.
I migranti non li vuole Carla, 54 anni, non Fabio, 23, non Paolo, 63, non Libera, che a dispetto del suo nome e dei suoi 82 anni non li vuole nemmeno lei.
Eppure Libera dovrebbe sapere cosa significa miseria, fame, speranza di star meglio, aspettativa di una vita migliore, lei che la guerra l’ha vissuta e i nostri compatrioti li ha visti migrare all’estero in cerca di ciò che l’Italia non poteva né sapeva offrire loro. Ciò che del reso accade anche oggi a molti di noi.
Ma evidentemente si ha la memoria corta in questo Bel Paese, che di bello ormai ha ben poco. Oblio che oggi rappresenta uno dei suoi peggiori drammi. Per i suoi giovani, soprattutto, molti dei quali nemmeno immaginano che certe cose sono esistite.
Per fortuna ci sono giovani come Dodicianni che, con la sua installazione dal titolo semplice, quasi banale, “Cosa ne pensate dei migranti?”, nello spazio di un mattino ha saputo colpire e commuovere.
E ci è riuscito, eccome se ci è riuscito, perché non si spiegherebbe quel silenzio spettrale, turbato e colposo, nel senso però di “pieno di colpa”, che questa mattina ci ha accolto in uno di quei non luoghi ai limiti tra città e mondo, che i migranti conoscono bene.

L’installazione inaugura il Right2City Festival che inizia oggi e che per quattro giorni animerà Padova con convegni, mostre, talk, musica sotto la guida dell’Associazione Avvocato di Strada.