La gallina non sempre è chioccia, anzi

Le galline non sempre diventano chiocce e cioè non sempre sono capaci di covare le loro uova e allevare i loro pulcini.

Me lo ha spiegato Andrea Mangoni, naturalista innamorato della natura, che guarda e racconta con stupore e meraviglia sui social e nel suo blog dal nome molto particolare: oryctesblog.

Le sue foto di animali, fiori, strumenti che usa per assecondare la sua passione, sono bellissime e comunicano tutto l’amore per ciò che fa.

Lo seguo su Facebook perché non puoi non seguire un tipo così.
E così mi godo le foto delle sue splendide rose nere, di  microscopiche lucertoline verdi che trova in posti improbabili, di pulcini e galline che alleva e delle quali conosce tutto.

8 nuovi nati!

Oggi, con l’entusiasmo di chi è appena diventato papà, ci ha raccontato della sua ultima schiusa:

“8 nuovi nati, due uova bucate, un pulcino morto nell’uovo.”

Nel post tesseva le lodi dell’incubatrice usata in questa occasione.

Incubatrice sì, incubatrice no?

Gli ho chiesto come mai fosse ricorso ad un’incubatrice e perché non gli fossero bastate le mamme chiocce.
Mi ha risposto che non sempre le galline sono in grado di covare e che

“se lo fanno, non sempre lo fanno quando un avicoltore ne ha bisogno, o non sempre la gallina ha il carattere giusto per concludere la cova. L’incubatrice in molti casi è necessaria.”

Gli ho chiesto, allora, se con ciò intendesse dire che, se lasciassimo fare solo alla natura e cioè alle galline, non ce ne sarebbero così tante, e che magari alcune specie si sarebbero già estinte.
E non ancora soddisfatta gli ho chiesto pure cosa significasse che “un avicoltore ne ha bisogno”.

E se lasciassimo fare alla natura, e cioè alle galline, che accadrebbe?

Al posto di Andrea interviene Simone Masin (un “amico Facebook” di Andrea che probabilmente in quel momento era impegnato a seguire i suoi pulcini).
Con precisione certosina, Simone mi racconta che sì, se lasciassimo fare alla natura probabilmente di galline ce ne sarebbero ben poche.

E continua spiegandomi che la prolattina/ossitocina, che in noi umani sono gli ormoni che governano l’allattamento, negli uccelli regolano la deposizione delle uova e la cova.
Finché l’ossitocina nel sangue è alta, la gallina continua a deporre e non cova.
Alcune razze, selezionate per essere ottime ovaiole, non covano mai.

Le razze Livorno e Italiana, per esempio, non diventano mai chiocce. O molto raramente e solo in femmine di 3/4 anni”

Le galline meticce che hanno salvato le razze poco materne

Per questo, una volta, in azienda si allevavano razze meticce di varietà nane, le cosiddette galline “americanine” o “francesine“, non adatte a darci carne o uova, ma le cui femmine diventavano chiocce 2/3 volte l’anno, in modo da poter far covare loro le uova delle “razze da reddito”.

Oggi lo stesso compito è svolto più efficientemente dalle incubatrici.

“Se, come allevatore, ho dieci uova che mi serve covare SUBITO, prima che diventino vecchie, uso una buona incubatrice. Perché magari non ho una gallina che sia chioccia pronta subito”

mi spiega Simone.
Questo non succede ai polli perché sono uccelli domestici, selezionati da centinaia di anni a fare tante uova.

Il ciclo prolattina/ossitocina in altre specie è più regolare e alla deposizione delle uova segue sempre la cova e l’allevamento dei pulcini.

Altra specie in cui le chiocce non fanno il loro dovere e non covano quasi mai è la quaglia giapponese.

L’importanza del fotoperiodo

Aggiunge Andrea, che nel frattempo è tornato su Facebook, che

“il fotoperiodo, ossia la quantità di ore di sole giornaliere, influenza grandemente sia sull’inclinazione delle galline a diventare chiocce sia sulla crescita dei pulcini. Per chi alleva razze grandi, che raggiungono il massimo sviluppo in tempi lunghi, è importante far nascere i propri capi a gennaio-febbraio, in modo che nei momenti più delicati dello sviluppo gli animali possano godere di un fotoperiodo favorevole.”

A gennaio-febbraio, di solito, non ci sono chiocce, che invece iniziano a covare verso marzo-aprile.

“Se quindi, voglio ottenere ad esempio dei buoni polli polverara devo farli nascere presto, con l’incubatrice. Se le stesse uova potessi metterle a incubare solo a maggio-giugno, i polli rimarrebbero, da adulti, sensibilmente più piccoli.”

Per conoscere e approfondire le passioni di Andrea, le storie dei suoi pulcini e di tutti gli animali che ama, segui il suo blog oryctesblog.blogspot.it.

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Silvia Pittarello

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