La scrittura prima della scrittura
200 pezzi tra tavolette, sigilli e manufatti delle civiltà mesopotamiche raccontano, in prima assoluta a Venezia, 3000 anni di storia della parola scolpita su pietra.
Prima dell’alfabeto, questo il titolo della mostra ospitata all’Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti, è un viaggio alla scoperta dei caratteri cuneiformi, antenati dei nostri segni grafici, inventati dagli Accadi e dai Sumeri che abitavano le terre tra il Tigri e l’Eufrate.
Gli oggetti più antichi risalgono al 3200 a.C. e ci informano su tecnologie e materiali allora in uso, su attività produttive di città e villaggi, sull’organizzazione del lavoro, sulle popolazioni dedite alla pastorizia.
Perché nasce la scrittura cuneiforme
Cuscinetti di argilla affollano le bacheche della mostra, solcati da incisioni dense di segni. Narrano di raccolti e commerci, animali, combattimenti e guerre, indicazioni mediche.
La scrittura cuneiforme nacque in Mesopotamia per esigenze molto pratiche:
- registrare transazioni amministrative e contabili: liste di persone, animali, oggetti di uso quotidiano;
- documentare atti giuridici: cessioni di terre, contratti di prestiti a interesse, verbali di cause discusse in tribunale;
- annotare liste lessicali (simili ai nostri dizionari);
- comporre testi storiografici autocelebrativi di sovrani e delle loro gesta.
Buste e lettere 5000 anni fa
Le tavolette venivano preparate usando un blocchetto di argilla che, in certi casi, veniva tagliato a striscioline, attaccate poi, una ad una, con l’acqua.
È così, ad esempio, che si preparavano le buste dentro cui venivano inserite tavolette molto particolari: quelle destinate ad accompagnare merci o a inviare informazioni fuori città.
Le tavolette con busta testimoniano l’esistenza di intensi scambi commerciali fra le città-stato della fertile e ricca Mesopotamia.
I sigilli
I sigilli sono una specie di timbro con incisioni di vario genere, realizzati su pietre preziose e semipreziose di forma cilindrica.
L’idea di scolpire una superficie curva fu geniale. Facendo rotolare il sigillo su un tappetino di argilla fresca, iscrizioni e figure rimanevano impresse come l’impronta di uno stampino sul pongo. Continuando a far rotolare il sigillo, le “impronte” potevano essere ripetute all’infinito e quindi estese a strisce di argilla anche molto lunghe, secondo le necessità di utilizzo.
Quando nascono i sigilli
I sigilli nascono quasi contemporaneamente alla scrittura, con lo scopo di vidimare documenti e cioè renderli validi con una specie di firma che dava un’identità alle persone che facevano accordi o transazioni.
Venivano impressi su tavolette per siglare documenti ufficiali, o su palline di argilla per sigillare, appunto, magazzini e contenitori (vasi, ceste, sacchi) per il trasporto di merci. Come la ceralacca o i più recenti sigilli a piombo, garantivano integrità e facile identificazione.
Preziosi come gioielli, venivano usati anche come ornamenti, oggetti votivi o amuleti, come testimonia il sigillo di appena 1 x 0,5 cm, montato su un anello di metallo, raffigurante un leone accovacciato inciso su corniola, una pietra rossa simile al quarzo.
La mostra ospita oggetti della collezione Ligabue e prestiti dal museo Archeologico di Venezia e dal museo di Antichità di Torino.