Invasione e concerto finale per festeggiare i 580 anni dalla fondazione

Torno a parlare della Scuola Grande di San Marco a Venezia perché ne sto organizzando l’invasione… mitomane, spaccona, smargiassa? Naaaa.
L’invasione di cui parlo è molto pacifica. Si tratta infatti di un’invasione digitale

Cosa quando e dove

La Scuola Grande di San Marco a Venezia tra storia, arte e cura

Domenica 22 aprile – ore 14.00
Scuola Grande di San Marco – Ospedale Civile SS. Giovanni e Paolo, Venezia centro storico
Campo SS. Giovanni e Paolo, Castello 6777

 

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Sommario

  1. Cosa sono le Invasioni Digitali
  2. L’obiettivo da conquistare
  3. Perché quest’invasione
  4. Il Museo di Storia della Medicina
  5. 5 motivi per non perdere l’invasione digitale della Scuola Grande di San Marco
  6. Il “super” motivo per organizzare questa invasione?
  7. Come si svolgerà l’invasione
  8. Il concerto finale
  9. Come partecipare
  10. Foto e video
  11. Organizzatori e ringraziamenti
  12. Riassumendo
  13. Hashtag ufficiali

Cosa sono le Invasioni Digitali

Le Invasioni Digitali sono un urban game, e cioè un gioco cittadino di scoperta, condivisione, promozione “dal basso” e cioè fatto con la collaborazione diretta dei partecipanti. 

Nate nel 2013 per valorizzare, via social network, luoghi storico-artistici poco noti o che non capita tutti i giorni di visitare, hanno tra gli altri scopi quello di far vivere l’esperienza con le istituzioni (pubbliche o private) in modo diverso dal solito, più informale e partecipato.

Clou del gioco è, infatti, l’esperienza vissuta dagli invasori, raccontata e condivisa da loro attraverso i social.

Le ultime Invasioni Digitali nella città lagunare risalgono al 2016.
Ho voluto riprendere la tradizione, essenzialmente perché mi piaceva l’idea che la Scuola Grande di San Marco, tanto in vista quanto poco nota (e non è una contraddizione!), venisse riscoperta “fuori e dentro” in tutta la sua bellezza, anche attraverso un battage sui social.

L’obiettivo da conquistare

Obiettivo da conquistare è dunque la Scuola Grande di San Marco e in particolare il suo Museo di Storia della Medicina, per me affascinante e famigliare.

L’invasione è prevista domenica 22 aprile alle 14.00 (mi raccomando sincronizzate gli orologi e registratevi!).

La facciata della Scuola Grande di San Marco in Campo SS. Giovanni e Paolo – Venezia

L’apertura straordinaria di domenica 22 è tutta dedicata agli invasori digitali, e cioè a tutti coloro che, armati di telefonini, macchine fotografiche, iPad e videocamere, vorranno partecipare a questa “visita-conquista” (rigorosamente pacifica!) e poi condividere sui social le loro gesta.

Partecipa all'Invasione della Scuola di San Marco

Perché quest’invasione

Le ragioni di questa invasione sono speciali, uniche e, almeno per me, affettive.

Del resto, come ha avuto modo di dirmi Mario Po’, direttore del Polo Museale dell’Ospedale Civile in collaborazione col quale sto organizzando l’evento, la Scuola Grande di San Marco è simbolo di Venezia, perché la rappresenta nel modo più genuino e autentico. 

“Qui son passati proprio tutti: poveri ricchi, intellettuali, artisti, insomma chi sta male… Attraverso il racconto della loro malattia abbiamo un racconto della città.”

A Venezia ci son nata e vissuta e l’ospedale ho iniziato a frequentarlo negli anni Settanta: non quando sono nata (mia madre mi ha avuta alla Pietà… e qui mi taccio), ma quando ho dovuto togliere le adenoidi, giorno in cui me la sono data a gambe per la paura che ho avuto dopo aver visto quegli strumenti “brutti e cattivi” e gli oggetti inghiottiti da ignoti ed estratti chissà come, collezionati in bella vista in una bacheca all’ingresso del reparto di otorinolaringoiatria… sadici!

Alcuni strumenti per visite otorinolaringoiatriche (naso, gola, orecchie) che ricordo d’aver visto da piccolina – Museo di Storia della Medicina – Scuola Grande di San Marco – Venezia

O quando sono entrata d’urgenza al pronto soccorso per ustioni sul corpo per aver preso il sole senza crema protettiva (che per un fototipo rosso è pura pazzia, ma ero gggiovane e incosciente).

O ancora per aver visto spegnersi le mie nonne e le mie zie, per aver rischiato di perdere mia madre, per aver fatto analisi e annosi controlli di routine quando ancora l’ospedale era squallido e tristissimo, in ambienti e con strumenti e macchinari tra l’horror e il noir.

Oggi in confronto, quel luogo sembra un magnifico fiore. Tra l’altro a dispetto dei suoi 580 d’età.

Eppure i ricordi di quel posto mi rimangono nel cuore e fanno parte della mia vita.
In quel campo verso il quale si affaccia, quasi sfacciata, la stupenda facciata della Scuola, opera del Codussi, ci abitarono, piccolini, quello scugnizzo di mio padre e quella bimbetta, tutta rosa, guantini e cappello di castoro, di mia madre.

Ci andavo a giocare anch’io in quel campo, e a correre in bici o con lo skateboard. 

Grandicella, la vedevo tutte le sante mattine, quella facciata, andando e tornando da scuola, e scongiurando che le interrogazioni andassero bene ogni volta che mi passava davanti una cassa da morto vuota! Del resto ci stava… :-O

Più di recente ho scoperto la magnifica colonia di gatti che vive nei chiostri dell’ospedale.
Belli e paffuti, sono nutriti dai manicaretti delle “gattare” e dalla generosità delle “pantegane sacrificali”, i topoloni di Venezia. In un certo senso sembra lì, a disposizione degli “ospiti” dell’ospedale, per una specie di “pet therapy”.

5 motivi per non perdere l’invasione digitale della Scuola Grande di San Marco

Oltre che per un mio piacere personale, direi che sono almeno 5 le ottime ragioni per partecipare:

  1. L’invasione, innanzitutto, cade in occasione dei 580 dalla fondazione della sua sede in campo SS. Giovanni e Paolo, compleanno che potremo festeggiare tutti insieme il 22 aprile.
  2. Sarà capeggiata dal direttore del Polo Museale in persona, evento pressoché unico.
  3. Avverrà durante un’apertura straordinaria tutta dedicata a noi invasori digitali.
  4. Sarà seguita da un concerto molto speciale e chiunque potrà parteciparvi.
  5. L’accesso a invasione e concerto sarà gratuito per tutti, veneziani e non.

Festeggia i 580 anni della Scuola. Iscriviti all'Invasione

Il Museo di Storia della Medicina di Venezia

Della Scuola di San Marco tutto il mondo conosce la splendida facciata esterna e forse il “Portego”, il lungo corridoio d’ingresso con il magnifico colonnato.
Ma molti ancor oggi la scambiano ancora per una chiesa o soltanto come la sede dell’Ospedale Monumentale di Venezia. 

A dispetto della sua apparente notorietà, la storia di questo luogo in realtà è nota a pochi. Meno ancora lo è il suo magnifico Museo di Storia della Medicina.

Forcipe e bacino di donna usati per l’allenamento all’utilizzo dello strumento usato in ostetricia per agevolare l’estrazione del feto durante il parto.

Il Museo di Storia della Medicina è ospitato nella sala del Capitolo, il cui soffitto a foglia d’oro con 60 leoni in moleca, e cioè in posizione frontale e pacifici, col vangelo aperto alla solita pagina d’augurio a San Marco “Pax tibi Marce evangelista meus”, lo illumina e lo protegge con la cura tipica di questa confraternita, nata e votata alla cura e alla carità.

“Ubi charitas et amor ibi deus est”

si legge sul “soger de sora”e cioè l’architrave della porta che conduce dalla sala del Capitolo a quella dell’Albergo.

Carità, ma soprattutto salvezza, furono per secoli (e lo sono ancora) il motto della Scuola, unica istituzione pubblica che non ha mai tradito la sua missione.

Sì, perché la Scuola Grande di San Marco nacque come Scuola dei battuti e cioè dedita ad opere di beneficenza, ma quando la sua importanza crebbe, i confratelli decisero di spostare la sua sede da Santa Croce in un luogo più degno e vicino al centro del serenissimo potere.

Leone simbolo di San Marco e della Scuola – Particolare del soffitto a cassettoni in foglia d’oro della Sala del Capitolo – Scuola Grande di San Marco – Venezia

In Campo SS. Giovanni e Paolo nel 1438 fu così costruita una nuova sede che aveva un suo ospedale.
I medici erano confratelli e tra le opere di misericordia (che venivano praticate tutte) c’era anche quella della cura degli ammalati.

Quando nel 1807 a Venezia passò Napoleone, condannando la città alla cosiddetta “damnatio memoriae”, con l’eliminazione di ogni simbolo che ricordasse splendore e potenza della Serenissima e la soppressione di tutti gli istituti ecclesiastici, risparmiò la Scuola, che non fu mai un’istituzione religiosa, permettendole di mantenere la sua missione.

“L’anima originaria di questa istituzione qui l’abbiamo conservata tutta – dice Mario Po’.
Qui curiamo le persone. Qui si realizza la carità verso le persone. Il Museo della Medicina è nel posto più giusto.”

Il “super” motivo per organizzare questa invasione?
Avvicinare le persone alla scienza, coinvolgendo

Quest’invasione, infine, ha una connotazione particolare perché rientra all’interno di un percorso che ha per fine quello di avvicinare più persone possibile a temi scientifici, ma in modo morbido, accogliente, per fare cultura della scienza coinvolgendo e stimolando la partecipazione attiva.

Visita gratis il Museo della medicina di Venezia. Iscriviti

Come si svolgerà l’invasione

La visita inizierà da Campo SS. Giovanni e Paolo perché è da lì che si inizia ad entrare nello spirito di questo luogo, tanto bello quanto ricco di storia e generoso di storie.

La Scuola era destinata alla città, concepita ed edificata con grande impegno altruistico: quello di comunicare alla città come raggiungere la salvezza individuale e collettiva, intesa anche come salute e benessere personale.

Questo lo capiremo “ri-leggendo” la facciata della Scuola, grazie all’aiuto del dottor Pò, che decifrerà per noi un linguaggio che nel passato tutti capivano, ma che oggi si è perso.

Entreremo quindi nel “Portego” per poi raggiungere al primo piano la sala del Capitolo e dell’Albergo, sedi del Museo e di una ricca Biblioteca di 18.000 volumi.

Il concerto finale

A invasione avvenuta, chi vorrà potrà partecipare al concerto tenuto dalla Schola Gregoriana Aurea Luce dal programma molto particolare: i canti della liturgia dell’antico rito marcolino, riscoperto di recente grazie alle ricerche di Giulio Cattin, Giordana Mariani e Susy Marcon.

Questa liturgia veniva celebrata solo nella cappella ducale di San Marco, che godeva di un status autonomo rispetto a tutte le altre chiese di Venezia.

Il concerto presenterà una selezione di brani tratti dall’antifonario delle due giornate dedicate a San Marco: il martirio, che coincide col 25 aprile, e la traslazione del 31 gennaio 828, e cioè l’arrivo a Venezia del corpo del santo da Alessandria d’Egitto.

Il concerto si terrà alle 16.00 e chi vorrà esserci avrà anche l’occasione di vedere (per qualche veneziano, magari, rivedere) la Chiesa di San Lazzaro dei Mendicanti, sede del concerto, restituita alla città lo scorso gennaio, dopo alcuni restauri.

Come partecipare

La partecipazione all’invasione è gratuita per tutti.
È necessaria la registrazione che va fatta sul sito delle Invasioni Digitali.

Foto e riprese video

Foto e riprese video sono ovviamente consentite e la condivisione di quest’esperienza sui social quasi un dovere morale, per far conoscere al mondo tanta storia e tanta bellezza.

Organizzatori e ringraziamenti

L’invasione veneziana è organizzata da me in collaborazione con il Polo Culturale e Museale della Scuola Grande di San Marco – Ulss 3 Veneto Serenissima.

Ringrazio il dottor Mario Po’ per la disponibilità che mi ha concesso, e il professor Flavio Lirussi, mio docente al Master in Comunicazione delle Scienze, senza il quale probabilmente non avrei mai avuto quest’occasione.

Riassumendo

  • Quando: domenica 22 aprile 2018 ore 14.00
  • Dove: Scuola Grande di San Marco – Ospedale SS. Giovanni e Paolo, Venezia centro storico.
  • Luogo di incontro: Campo SS. Giovanni e Paolo, davanti all’ingresso dell’Ospedale.
  • Info: Silvia Pittarello 0039 340 6982923 silvia.pittarello@gmail.com
  • Hashtag: #invasionidigitali #invasionevenezia #copycolpallino
  • Partecipazione: gratuita.
  • Registrazione necessaria:

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Hashtag ufficiali

  • #invasionidigitali
  • #invasionevenezia
  • #scuolagrandedisanmarco
  • #copycolpallino
Silvia Pittarello

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