#LostandFound
Avevo visto Aretè, la barca a vela da competizione dei ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova, in occasione della notte dei ricercatori nel settembre 2015. Mi era piaciuto il connubio scienza-ricerca-sostenibilità che rappresentava e aspettavo l’occasione giusta di conoscerli gli artefici di questo lavoro e di fare qualcosa insieme a loro. E così, cercando esempi di innovazione sociale di cui parlare al convegno “Social Innovation. Actually. Storie di innovazione e valore condiviso“, che moderai il 20 maggio 2016, sono andata a trovarli.
Qui il resoconto dell’incontro, pubblicato il 19 maggio 2016 in un sito che non è più online.

Una barca sostenibile per ridurre CO2. Ecco la sfida dei ricercatori di Padova

“Noi siamo stati i primi nel 2012 a far correre una barca da competizione realizzata in fibra di origine vegetale.”

Si chiama Aretè,  è una barca sostenibile e a raccontarcelo è Fabrizio Medeossi, alto, biondo, occhi azzurri, sguardo fiero, dottorando in ingegneria a Padova. A guardarlo sembra un “capitano da mar” che ricorda tanto il fascinoso Peter O’Toole nei panni di Lord Jim, diretto nel 1965 da Richard Brooks.

Un concorso per progettare sostenibile

Il progetto, realizzato da Mètis Vela UniPd, e guidato dal prof. Andrea Lazzaretto, rientra nel concorso “1001Vela per l’Università“, ideato nel 2005 dalla Facoltà di Architettura di Roma Tre.
La sfida prevedeva la progettazione, da parte di un team di studenti, di una barca  a vela da gara da realizzare in materiali naturali.

In gara anche Ingegneria di Padova

L’Università di Padova si inserì nel progetto nel 2008.
Inizialmente le barche dovevano essere realizzate solo in legno. Poi la competizione venne aperta a scafi che contenessero almeno il 70% di materiale di origine bio.

Lo scafo che il team Mètis Vela UniPd presentò nel 2012, venne realizzato con materiali compositi in fibra di lino di ultima generazione, che rispetto agli skiff (derive) in legno realizzati precedentemente, a parità di rigidezza, ne abbattevano il peso del 22%.

60 kg vs gli 80 di una barca in legno

La virtuosissima Aretè (e non è un caso che si chiami così: “Aretè” è parola greca che significa proprio virtù ἀρετή = virtus), è un’imbarcazione da gara standard, lunga 4,60 m che pesa 60 kg, contro gli 80/100 di una barca in legno.

“Certo, la stessa barca in carbonio peserebbe 30 kg, perché il carbonio vince su tutto.
Ma non sulle emissioni di CO2, precisa Fabrizio.
Questa è la nostra sfida e uno dei motivi per cui noi stiamo continuando a far ricerca sui materiali.”

Il progetto del gruppo di ricercatori di Padova ha dimostrato la fattibilità in serie di questo tipo di imbarcazione, raggiungendo risultati tecnici che non hanno nulla da invidiare a quelli di costruzioni simili in vetroresina.

In acqua da 4 anni e nessun problema

Aretè gareggia ormai da 4 anni.
Nel 2015 è giunta seconda, dopo l’imbarcazione del team di Trieste e fino ad oggi non ha presentato alcun problema strutturale.

Silvia Pittarello

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