Entro il 2050 la popolazione mondiale di orsi polari diminuirà del 30%. E noi siamo il loro unico predatore.
Nella Giornata mondiale dell’orso polare (#27febbraio), impariamo a conoscere questo meraviglioso animale e a capire perché è diventato il simbolo dei cambiamenti climatici di cui noi siamo i principali responsabili.
Scopriremo che il progressivo, veloce scioglimento dei ghiacci è la causa del loro continuo, inesorabile indebolimento.
A meno che non facciamo immediatamente qualcosa per loro, per noi.
L’orso polare (ursus maritimus) è il carnivoro più grande del mondo.
Re indiscusso dell’Artide, il suo habitat copre Russia, Norvegia, Groenlandia, Stati Uniti.
Ma è il Canada il suo luogo prediletto: qui si concentra la maggior parte (80%) di questi splendidi e possenti animali.
L’orso polare è un mammifero che può arrivare a pesare tra i 400 e i 700 chili, ha un corpo che può raggiungere i 220/240 cm di lunghezza e in libertà vive tra i 25 e i 30 anni.
Eccellente nuotatore, ha zampe anteriori grandi e piatte e uno strato di grasso che varia tra i 5 e i 10 cm per mantenerlo caldo mentre nuota tra i ghiacci.

L’orso polare non ha predatori naturali, a parte l’uomo.
Pelliccia e corpo dell’orso polare non sono bianchi come sembra.
La pelliccia è trasparente ed è composta di due strati: uno strato di protezione e un sotto pelo.
Appare bianca perché lo spazio d’aria tra pelo e pelo riflette la luce.
Sotto la pelliccia la pelle dell’orso è nera, colore che lo aiuta ad assorbire il calore del sole e a scaldare in fretta il corpo.
Per la maggior parte del tempo l’orso polare vive sul ghiaccio.
Gli orsi polari preferiscono svolgere le loro attività sul ghiaccio pluriennale, e cioè il ghiaccio sopravvissuto ad almeno una stagione di scioglimento, perché garantisce una superficie più sicura e solida per cacciare il loro cibo preferito, le foche.
È anche per questo che durante l’estate mangiano molto poco, mentre aspettano che l’oceano congeli.
Poiché i cambiamenti climatici stanno causando lo scioglimento delle calotte polari, l’orso bianco si sta spostando verso le terre in cerca di cibo, luogo a lui meno congeniale.
Secondo quanto riportato dal National Snow and Ice Data Center, se gli orsi sono costretti a trasferirsi a terra troppo presto diventano insolitamente magri prima della fine dell’estate.
Questo influisce sulla loro capacità di riprodursi e indebolisce le generazioni che nasceranno.
Negli ultimi 30 anni abbiamo perso il 35% della calotta polare come dimostra il video in time-lapse realizzato dalla NASA.
Le condizioni mutevoli del ghiaccio nella Baia di Hudson negli ultimi 20 anni hanno ridotto il numero di orsi polari e delle nascite di cuccioli vivi e contestualmente è peggiorata la salute degli orsi adulti.
L’orso polare non è in pericolo, ma è molto vulnerabile.
Si stima che entro il 2050 la popolazione mondiale di orsi polari diminuirà del 30%.
Ridurre le emissioni di CO2 è più che mai indispensabile.